28/09/11

Ossessione per l'antichità


Da Retromania, pag. 13:

La storia ha conosciuto altre epoche ossessionate dall’antichità – dalla venerazione rinascimentale per il classicismo romano e greco al medievalismo del movimento dark –, ma non è mai esistita una società umana così fissata con i prodotti culturali del passato immediato. Ecco cosa distingue il rétro dall’antiquariato e dalla storia: una fascinazione per le mode, le manie passeggere, i suoni e le star abbastanza vicini nel tempo da poterli ricordare. L’oggetto di questa ossessione si configura in maniera sempre più netta come la cultura pop che abbiamo già vissuto consapevolmente, al contrario di ciò che ascoltavamo acriticamente da bambini.
Questo genere di retromania è diventato una sorta di forza dominante nella nostra cultura, tanto che oggi abbiamo la sensazione di aver raggiunto un punto di svolta. La nostalgia blocca la nostra capacità culturale di guardare avanti, oppure siamo nostalgici perché la cultura ha smesso di progredire, costringendoci a concentrare l’attenzione su epoche più movimentate e dinamiche? Cosa succederà quando saremo a corto di passato? Siamo destinati a una sorta di catastrofe cultural-ecologica, una volta esaurito l’orizzonte della storia pop? E di tutte le novità degli ultimi dieci anni, quali andranno ad alimentare i capricci nostalgici di domani?

23/09/11

I R.E.M. per Simon Reynolds



I R.E.M.: malinconicamente, evocavano visioni astratte di nuove frontiere e nuovi inizi per l’America.
da Post-punk, Isbn Edizioni, pag. 630

21/09/11

Since I Left You - The Avalanches



Il picco di questa forma di «nostalgia senza nostalgia» anestetica arrivò all’inizio del nuovo millennio con la moda dei mash-up, i remix pirata che cucivano insieme due o più successi pop. Basato sulle stesse tecniche di sampling utilizzate da tutta la musica descritta in questo capitolo, il fenomeno mash-up (noto anche come «bastard pop») condivideva alcune radici con la hauntology: si pensi ai mosaici di sample realizzati negli anni novanta da Luke Vibert (alias Wagon Christ), Chemical Brothers e Bentley Rhythm Ace, dj/produttori inglesi dediti al crate digging e innamorati della production music. Virtuoso dell’alchimia sampladelica che trasformava in oro il cheese più ammuffito, Vibert preferiva campionare «i dischi di merda». E tuttavia fu superato dagli australiani Avalanches, che dopo aver rastrellato le vendite di beneficenza di Sydney per un anno costruirono il mirabile «Since I Left You» del 2001 con oltre mille sample tratti da seicento album scontati.

Simon Reynolds da Retromania.

20/09/11

Simon Reynolds a Milano

Continua il tour di Simon Reynolds!
Stasera l'autore di Retromania sarà a Milano. Alle 19.00 presentazione del libro Retromania alla Fnac di via Torino, con l’autore interviengono Carlo Antonelli e Michele Piumini. Dalle 22.00 allo Zoom bar (via panfilo castaldi 26) dj set con l’autore, Lele Sacchi, Fabio De Luca.


12/09/11

Simon Reynolds: RETROLOGIA #5



Qualche novità rétro e qualche previsione fatta da Reynolds al momento della stesura del libro sui fenomeni musicali vintage del 2011 e 2012:

«2011/Gennaio: la Rhino Records annuncia un cofanetto da sessanta dischi con ogni singola data del tour europeo dei Grateful Dead nel 1972. Poche ore dopo l’apertura della prevendita, le 7200 copie – 450 dollari l’una – sono già esaurite >>>> 2011/Febbraio: si intensifica la nostalgia rétro della metà degli anni novanta con la reunion dei Seefeel, una micro-leggenda del post-rock, che pubblicano il primo album dopo quattordici anni >>>> 2011/Marzo: il tecno-futurista Richie Hawtin, alias Plastikman, pubblica la retrospettiva in undici cd «Arkives Reference 1993-2010» >>>> 2011/Marzo: primo album dei Vaccines, neo-britpop definiti «rivoluzionari» da Clash Music per il loro amalgama di (parole della band) «rock’n’roll anni cinquanta, garage e gruppi femminili anni sessanta, punk anni settanta, hardcore americano anni ottanta, C86» >>>> 2011/Giugno: Here and Now, i promoter nostalgici degli eighties, festeggiano i dieci anni di attività organizzando un tour britannico con Boy George, Jimmy Somerville, Midge Ure, A Flock of Seagulls, Jason Donovan, Jean Baudrillard e Pepsi & Shirlie >>>> 2011/Estate: esce il biopic su Dennis Wilson in occasione del cinquantesimo anniversario dei Beach Boys >>>> 2011/Ottobre: il tour «Lost Generation All Stars» dei post-rocker del Regno Unito (Disco Inferno, Moonshake, Long Fin Killie, Crescent, Third Eye Foundation), diciassette date in Gran Bretagna >>>> 2011/Novembre: la campagna su facebook per convincere Iggy Pop a non togliersi la maglietta supera i quattro milioni di firme >>>> 2011/Dicembre: Julien Temple trasforma inaspettatamente la sua trilogia di documentari punk in una tetralogia con So What, un film sugli Anti-Nowhere League >>>> 2012/Gennaio: esce It’s Trad, Dad, il film di Shane Meadows sulla scena revival-jazz inglese degli anni cinquanta, con Julian Barratt nei panni di Ken Colyer e David Mitchell in quelli di George Melly >>>> 2012/30 Aprile: i Culture Club si riformano e celebrano con un concerto i trent’anni del primo singolo White Boy >>>> 2012/Estate: i rinati Stone Roses sono gli artisti di punta di una serata del Glastonbury Festival, con Graham Lambert degli Inspiral Carpets al posto di John Squire, che si rifiuta di partecipare >>>>»

09/09/11

I Dr. Feelgood e il Pub Rock



Signor Hulot oggi ci parla di Pub Rock.

Reynolds è un critico fuori del comune perché riesce a tenere assieme, nei suoi libri, un discorso teorico ambizioso e la capacità di far emergere dalla grande corrente del pop e del rock una serie di percorsi alternativi. Con erudizione sorprendente (ma mai fine a se stessa), Reynolds è capace di mettere in relazione mondi musicali molto diversi, rendendo la lettura dei suoi libri un viaggio entusiasmante nella musica di ieri e di oggi. Retromania non fa eccezione, e, accanto al tema centrale del libro – la difficoltà da parte della musica di oggi di ritrovare un'autentica capacità di "rompere" con il passato – Reynolds dispone una serie di sottotrame che dimostrano come il rapporto di attaccamento amorevole e un po' ossessivo con il passato sia parte integrante della storia della cultura pop.
Reynolds parla ad esempio del Pub Rock, un mix energetico di rhythm and blues, rock 'n' roll delle origini, elettricità hard e carica adrenalinica degna dei primi mod (un paio di nomi, Nick Lowe e Ian Dury).
Il Pub Rock è nato all'inizio degli anni settanta e si è proposto come alternativa rispetto alla tendenza dominante dell'underground del tempo, vale a dire quella vena di progressive jazzato che aveva portato, ad esempio, alla nascita della scuola di Canterbury (Soft Machine, Hatfield & the Nord). Il pub rock proponeva un ritorno ai fondamentali del rock (e per questo se ne parla in Retromania): niente orpelli né virtuosismi da universitari o da studenti di art school, ma una grande carica energetica attinta direttamente dalla fonte del rock 'n' roll anni cinquanta e dai gruppi inglesi che lo avevano ripreso negli anni sessanta, come Johnny Kidd & The Pirates.

Il più celebre gruppo pub rock sono stati senza dubbio i Dr. Feelgood, quattro dandy da periferia industriale con una fissa per il rythm and blues. Venivano da Canvey Island, una cittadina depressa nell'estuario del Tamigi, famosa per un grande terminale petrolifero e per le industrie petrolchimiche (e infatti il documentario del 2010 di Julian Temple sul gruppo si intitola Oil city confidential). Proprio la loro origine fieramente proletaria, associata a un gusto per gli eccessi, li rese subito gli idoli della popolazione bianca working class che, ancora in attesa del punk, non apprezzava molto le raffinatezze arty di Bowie o dei Roxy Music.
Il loro nome veniva dal bluesman Willie "Dr. Feelgood" Perryman (ed era anche lo slang per l'eroina). Mischiavano rudezza e strafottenza protopunk ed eleganza da mod, con pantaloni stretti, giacche e scarpe a punta (e ai mod li accomunava la passione per le anfetamine). Le facce dicevano tutto: John B. Sparks, il bassista, sfoggiava dei baffoni da biker, The Big Figure, il batterista, era una versione debosciata di un personaggio tarantiniano. Ma i fari del gruppo erano gli altri due. Wilko Johnson, una specie di beat smilzo fuori tempo massimo, con un caschetto beatlesiano e uno stile nervoso: suonava la chitarra senza plettro, riuscendo a imprimere ai pezzi una dinamica stranissima, con rasoiate che facevano sfociare il riff in mini assoli. E Lee Brilleaux, voce grattata e occhi allucinati, che amava vestirsi di bianco e sfoggiava una grinta tale e quale a quella del DCI Gene Hunt di Life on Mars. Dal vivo il gruppo era una macchina potente e rabbiosa, come una grossa Triumph senza marmitta, pronta a lanciarsi lungo la foce sabbiosa del Tamigi.
Il loro primo disco, Down by the Jetty uscì nel 1975 (registrato in mono, da veri retromaniaci). Seguirono poi Malpractice, nello stesso anno (copertina fantastica, in bianco e nero, coi quattro davanti alla vetrina di un parrucchiere) e il live Stupidity, del 1976, che li portò in cima alle classifiche inglesi. Il gruppo farà ancora qualche bel disco, ma nel 1977 esplode il punk, Wilko esce dal gruppo ed è già troppo tardi per il pub rock. Lee Brilleaux è morto nel 1995, di cancro. Il gruppo, nella sua forma originale, non esisteva più da parecchio tempo.
Ma all'eternità sono consegnati da She does it right, la bomba che apriva il primo disco. Date un'occhiata, nel video, ai movimenti a scatti, da fatti duri di anfetamina, la camminata di Wilko con la chitarra, Lee che scatta come una marionetta impazzita, gli altri due che danno il tempo. Ascoltate il suono della chitarra, già elettricità post punk. Capirete la grandezza di questi quattro. 




06/09/11

Retromania: il Sommario

Per tutti i nostri lettori il sommario del nuovo libro di Simon Reynolds, Retromania. Sfogliabile online su Issuu.

05/09/11

Simon Reynolds: RETROLOGIA #4 (Breve ripresa)



I nuovi revival del 2010 (Parte quarta)
«2010/Gennaio: Esce nel Regno Unito Sex & Drugs & Rock & Roll, il biopic su Ian Dury con Andy Serkis (l’attore che ha interpretato Martin Hannett in 24 Hour Party People) nei panni del cantante dei Blockheads >>>> 2010/Febbraio: continua il mini-boom retro-pub-rock con Oil City Confidential dedicato ai Dr Feelgood, l’ultimo capitolo della trilogia di documentari punk di Julien Temple dopo The Filth And The Fury e Il futuro non è scritto – Joe Strummer >>>> 2010/Febbraio: VH1 lancia Behind the Music Remastered, una «riedizione» della fortunata serie di rockumentari Behind the Music. Le storie dei gruppi (per esempio i Metallica) sono aggiornate con interviste e filmati successivi alla prima edizione >>>> 2010/Febbraio: con il placito dell’English Heritage, Margaret Hodge, ministro della Cultura del governo laburista, assegna il secondo livello dello «statuto di protezione» ad Abbey Road, dopo le proteste pubbliche di fronte all’annunciata vendita dello studio di registrazione dei Beatles da parte della emi Records >>>> 2010/Aprile: Esce The Runaways, biopic sull’omonima band femminile proto-punk della futura star Joan Jett formata negli anni settanta dallo scaltro manager Kim Fowley >>>> 2010/Aprile: Liam Gallagher degli Oasis, fan numero 1 di John Lennon, annuncia che la sua neonata casa di produzione cinematografica In 1 Productions sta lavorando a un documentario sulla caotica storia della società beatlesiana Apple Corps >>>> 2010/Aprile: Don’t Look Back celebra il quinto anniversario con gli Stooges in «Raw Power» e i Suicide nel loro omonimo primo album. La storia degli Stooges originari si è chiusa nel 2009 con la morte del chitarrista Ron Asheton, ma Iggy Pop assicura che la nuova formazione nota come Iggy and The Stooges (alla chitarra James Williamson, tra i musicisti di «Raw Power») è ancora attiva e intende registrare altri album >>>> 2010/Aprile: il grime rapper Plan B si reinventa in chiave retro-soul winehousiana con «The Defamation of Strickland Banks». L’album ottiene tre dischi di platino nel Regno Unito >>>> 2010/Maggio: Peter Hook celebra il trentennale della morte di Ian Curtis eseguendo l’intero «Unknown Pleasures» con i Light, il suo nuovo gruppo. Altre esibizioni commemorative hanno luogo a Macclesfield e al Factory Club di Manchester, mentre il tour dei «luoghi curtisiani» a Macclesfield attira fan dei Joy Division da ogni angolo del globo >>>> 2010/Maggio: i Rolling Stones ripubblicano «Exile on Main Street» del 1972 in versione deluxe arricchita, con dieci tracce inedite e Stones in Exile, un documentario sulla realizzazione del leggendario album >>>> 2010/Maggio: l’editore statunitense Dutton annuncia la pubblicazione di una storia orale dell’Età dell’Oro di MTV (dal 1981 al 1992, anno in cui i reality si impadronirono del canale) per l’estate del 2011, trentesimo anniversario dell’emittente >>>> 2010/Maggio: apre a Macon, Georgia, l’Allman Brothers Museum, con sede a Big House, la comune dove risiedevano i musicisti e le famiglie >>>> 2010/Giugno: i Devo si riformano e pubblicano «Something for Everybody», il primo album dopo vent’anni >>>> 2010/Luglio (forse il non plus ultra degli exploit retromaniaci): Beck ri-registra l’album «EVOL» dei Sonic Youth (1986) per pubblicarlo in cassetta come parte di un cofanetto del gruppo newyorchese. Cover album + feticismo per le cassette + cofanetto = gioco e partita a Beck >>>> 2010/Agosto: Esce Banned in the UK – Sex Pistols Exiled to Oslo in 1977, un libro fotografico dedicato a un concerto della band in Norvegia >>>> 2010/Agosto: con Mick Hucknall dei Simply Red al posto di Rod Stewart e Glen Matlock dei Sex Pistols al basso, i Faces si riformano per un concerto a Vintage at Goodwood, un festival «per gente che si sente troppo vecchia a Glastonbury [...] e un omaggio al cool britannico dagli anni quaranta agli ottanta». In cartellone anche Buzzcocks e Heaven 17 >>>> 2010/Settembre: i Pavement si riformano per un concerto al Rumsey Playfield di Central Park, New York, il primo dopo oltre dieci anni >>>> 2010/Settembre: quasi trent’anni dopo aver scalato le classifiche con la cover di You Can’t Hurry Love delle Supremes, Phil Collins pubblica «Going Back», un tributo alla Motown. Collins spiega che, nel rifare diciotto classici anni sessanta con l’aiuto dei Funk Brothers (l’originaria squadra di killer Motown), il suo «intento era fare un disco “vecchio”, non un disco “nuovo”» >>>> 2010/Settembre: i leggendari agitatori post-punk del Pop Group si riuniscono per due concerti >>>> 2010/Settembre: impazza il dark revival; escono «King Night» – il primo disco della Salem, pionieristica etichetta «witch house», un ep condiviso da Zola Jesus e LA Vampires – e il primo ep dei Raime, un duo dubstep di scuola 4AD, pubblicato dalla Blackest Ever Black >>>> 2010/Settembre: il cold wave revival entra nel vivo con «The Brutal Wave» dei Frank (Just Frank), pubblicato dalla Wierd Records di New York, e un ep a doppia firma Soviet Soviet-Frank (Just Frank) uscito per la Mannequin >>>> 2010/Settembre: Esce SoulBoy, il film di Shimmy Marcus sul northern soul. L’uscita di Northern Soul di Elaine Constantine, un’altra pellicola sulla scena revivalista primi anni settanta, è prevista per il 2011 >>>> 2010/Settembre: Roger Waters lancia il tour globale di The Wall con 117 concerti in Nordamerica ed Europa e altri a seguire in tutto il mondo, sempre che il fisico regga >>>> 2010/Settembre-Ottobre: sottolineando che non si tratta di una reunion dei Crass, il cantante dei Crass Steve Ignorant lancia il tour The Last Supper: Crass Songs 1972-1982, un’appendice delle esecuzioni live di «The Feeding of the 5000» (primo lp dei Crass) allo Shepherd’s Bush Empire di Londra nel 2007. Nel frattempo, i Crass presentano «The Crassical Collection», ristampe rimasterizzate degli album del leggendario gruppo anarco-punk >>>> 2010/28 Settembre: i Buggles si riuniscono per un unico concerto >>>> 2010/Ottobre: Nowhere Boy, il biopic sull’adolescenza di John Lennon negli anni cinquanta, esce negli Stati Uniti in concomitanza con il settantesimo anniversario della nascita di Lennon >>>> 2010/Ottobre: I Cars annunciano la reunion e un nuovo album; stavolta si tratta della formazione originaria (e non dei «New Cars») compreso Ric Ocasek, che si era tirato indietro qualche anno prima >>>> 2010/Ottobre: al London Film Festival va in scena la prima di Upside Down, un documentario della Creation Records incentrato sull’amicizia tra Alan McGee, l’Arthur Negus dell’indie rock, e Bobby Gillespie, il grande bibliotecario del rock’n’roll. Presentati anche documentari su Lemmy dei Motörhead, sulla reunion dei Mott the Hoople dopo trentacinque anni e su Stephen Merritt >>>> 2010/Ottobre: viene annunciato che Sacha Baron Cohen (alias Ali G e Borat) interpreterà Freddie Mercury in un biopic sul cantante dei Queen >>>> 2010/Ottobre: Mark Ronson, il produttore retro-soul di Amy Winehouse, si converte al saccheggio degli anni ottanta con «Record Collection», un album con cameo vocali di Simon Le Bon e Boy George >>>> 2010/Ottobre: a ventisette anni dalla fine del fenomeno, Elly Jackson dei La Roux si accorge che il synthpop è «morto e sepolto. Lo adoravo ma adesso mi annoia. Non voglio più fare synth per il resto della mia cazzo di vita. Se vedo qualcos’altro a tema anni ottanta, esplodo» >>>> 2010/Ottobre: i Darkstar, nuova promessa post-dubstep, pubblicano una cover di Gold del 1982, un lato B degli Human League >>>> 2010/Ottobre: le voci di un «britpop revival» diventano sempre più insistenti con i lanciatissimi Brother, il cui «gritpop» si rifà all’era «lad band» degli Oasis >>>> 2010/Ottobre: Genesis P-Orridge lascia i riformati Throbbing Gristle appena prima di una serie di date in Polonia, Italia e Portogallo. Per evitare di deludere i fan, gli altri elementi si offrono di esibirsi come X-TG >>>> 2010/Novembre: Mumford and Sons. Nient’altro che Mumford and Sons >>>> 2010/Novembre: Bruce Springsteen porta la riedizione deluxe a inauditi livelli di follia con «The Promise», cioè «Darkness on the Edge of Town» del 1978 gonfiato in un cofanetto contenente tre cd e tre dvd con un documentario sulla registrazione dell’album, la riproduzione dei taccui-ni del Boss, alcuni filmati, il video di un concerto e out-take a non finire >>>> 2010/Dicembre: i concerti Back to the Phuture a Manchester e Londra vantano le performance di Gary Numan e John Foxx, leggende dell’elettronica >>>>»

02/09/11

Britpop rewind #2


Seconda puntata del viaggio nel Britpop, realizzata da Signor Hulot.

The Charlatans – The Only One I Know. I Charlatans se la giocavano con gli Stone Roses nel campo del revival sixties in salsa madchester. Questa è puro groove di basso e batteria più organo vintage alla Traffic per tenere in piedi una litania psichedelica perfetta.



The Sundays – Here's where the story ends. Svenevolezze smithsiane. Non pretendiamo il livello dei maestri, ma la canzone è un gioiellino melodico praticamente perfetto, e quando la voce di Harriet Wheeler sale un brividino ce lo concediamo.



Suede – So Young. L'altro volto del glam anni novanta: se Jarvis Cocker era lo stile della working class, Brett Anderson è la perversione. Il gusto per l'androginia e il culto pansessuale (uno dei film preferiti di Anderson era Performance di Nicholas Roeg, dateci un'occhiata) sono presenti in tutte le loro canzoni, anche nella torbida So Young. Inno alla giovinezza, certo, ma "Let's chase the dragon" si riferisce al fumare l'eroina. O pensavate fosse un inno tolkieniano?



Supergrass - It's Alright. Difficile anche oggi ascoltare una canzone più energetica di questa. Pop rock solare, con piano ribattuto e spirito tra Kinks e T-Rex. Con un video, loro che corrono in bicicletta per la campagna e fluttuano sul bagnasciuga, che non può non mettere allegria.