Seconda puntata del viaggio nel Britpop, realizzata da Signor Hulot.
The Charlatans – The Only One I Know. I Charlatans se la giocavano con gli Stone Roses nel campo del revival sixties in salsa madchester. Questa è puro groove di basso e batteria più organo vintage alla Traffic per tenere in piedi una litania psichedelica perfetta.
The Sundays – Here's where the story ends. Svenevolezze smithsiane. Non pretendiamo il livello dei maestri, ma la canzone è un gioiellino melodico praticamente perfetto, e quando la voce di Harriet Wheeler sale un brividino ce lo concediamo.
Suede – So Young. L'altro volto del glam anni novanta: se Jarvis Cocker era lo stile della working class, Brett Anderson è la perversione. Il gusto per l'androginia e il culto pansessuale (uno dei film preferiti di Anderson era Performance di Nicholas Roeg, dateci un'occhiata) sono presenti in tutte le loro canzoni, anche nella torbida So Young. Inno alla giovinezza, certo, ma "Let's chase the dragon" si riferisce al fumare l'eroina. O pensavate fosse un inno tolkieniano?
Supergrass - It's Alright. Difficile anche oggi ascoltare una canzone più energetica di questa. Pop rock solare, con piano ribattuto e spirito tra Kinks e T-Rex. Con un video, loro che corrono in bicicletta per la campagna e fluttuano sul bagnasciuga, che non può non mettere allegria.
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