09/09/11

I Dr. Feelgood e il Pub Rock



Signor Hulot oggi ci parla di Pub Rock.

Reynolds è un critico fuori del comune perché riesce a tenere assieme, nei suoi libri, un discorso teorico ambizioso e la capacità di far emergere dalla grande corrente del pop e del rock una serie di percorsi alternativi. Con erudizione sorprendente (ma mai fine a se stessa), Reynolds è capace di mettere in relazione mondi musicali molto diversi, rendendo la lettura dei suoi libri un viaggio entusiasmante nella musica di ieri e di oggi. Retromania non fa eccezione, e, accanto al tema centrale del libro – la difficoltà da parte della musica di oggi di ritrovare un'autentica capacità di "rompere" con il passato – Reynolds dispone una serie di sottotrame che dimostrano come il rapporto di attaccamento amorevole e un po' ossessivo con il passato sia parte integrante della storia della cultura pop.
Reynolds parla ad esempio del Pub Rock, un mix energetico di rhythm and blues, rock 'n' roll delle origini, elettricità hard e carica adrenalinica degna dei primi mod (un paio di nomi, Nick Lowe e Ian Dury).
Il Pub Rock è nato all'inizio degli anni settanta e si è proposto come alternativa rispetto alla tendenza dominante dell'underground del tempo, vale a dire quella vena di progressive jazzato che aveva portato, ad esempio, alla nascita della scuola di Canterbury (Soft Machine, Hatfield & the Nord). Il pub rock proponeva un ritorno ai fondamentali del rock (e per questo se ne parla in Retromania): niente orpelli né virtuosismi da universitari o da studenti di art school, ma una grande carica energetica attinta direttamente dalla fonte del rock 'n' roll anni cinquanta e dai gruppi inglesi che lo avevano ripreso negli anni sessanta, come Johnny Kidd & The Pirates.

Il più celebre gruppo pub rock sono stati senza dubbio i Dr. Feelgood, quattro dandy da periferia industriale con una fissa per il rythm and blues. Venivano da Canvey Island, una cittadina depressa nell'estuario del Tamigi, famosa per un grande terminale petrolifero e per le industrie petrolchimiche (e infatti il documentario del 2010 di Julian Temple sul gruppo si intitola Oil city confidential). Proprio la loro origine fieramente proletaria, associata a un gusto per gli eccessi, li rese subito gli idoli della popolazione bianca working class che, ancora in attesa del punk, non apprezzava molto le raffinatezze arty di Bowie o dei Roxy Music.
Il loro nome veniva dal bluesman Willie "Dr. Feelgood" Perryman (ed era anche lo slang per l'eroina). Mischiavano rudezza e strafottenza protopunk ed eleganza da mod, con pantaloni stretti, giacche e scarpe a punta (e ai mod li accomunava la passione per le anfetamine). Le facce dicevano tutto: John B. Sparks, il bassista, sfoggiava dei baffoni da biker, The Big Figure, il batterista, era una versione debosciata di un personaggio tarantiniano. Ma i fari del gruppo erano gli altri due. Wilko Johnson, una specie di beat smilzo fuori tempo massimo, con un caschetto beatlesiano e uno stile nervoso: suonava la chitarra senza plettro, riuscendo a imprimere ai pezzi una dinamica stranissima, con rasoiate che facevano sfociare il riff in mini assoli. E Lee Brilleaux, voce grattata e occhi allucinati, che amava vestirsi di bianco e sfoggiava una grinta tale e quale a quella del DCI Gene Hunt di Life on Mars. Dal vivo il gruppo era una macchina potente e rabbiosa, come una grossa Triumph senza marmitta, pronta a lanciarsi lungo la foce sabbiosa del Tamigi.
Il loro primo disco, Down by the Jetty uscì nel 1975 (registrato in mono, da veri retromaniaci). Seguirono poi Malpractice, nello stesso anno (copertina fantastica, in bianco e nero, coi quattro davanti alla vetrina di un parrucchiere) e il live Stupidity, del 1976, che li portò in cima alle classifiche inglesi. Il gruppo farà ancora qualche bel disco, ma nel 1977 esplode il punk, Wilko esce dal gruppo ed è già troppo tardi per il pub rock. Lee Brilleaux è morto nel 1995, di cancro. Il gruppo, nella sua forma originale, non esisteva più da parecchio tempo.
Ma all'eternità sono consegnati da She does it right, la bomba che apriva il primo disco. Date un'occhiata, nel video, ai movimenti a scatti, da fatti duri di anfetamina, la camminata di Wilko con la chitarra, Lee che scatta come una marionetta impazzita, gli altri due che danno il tempo. Ascoltate il suono della chitarra, già elettricità post punk. Capirete la grandezza di questi quattro. 




Nessun commento:

Posta un commento