05/12/11

Thurston Moore in Italia


Il leader dei Sonic Youth, Thurston Moore, sarà in Italia per la presentazione del suo ultimo disco: Demolished Thoughts, un lavoro davvero molto valido. Il cantante sarà anche Thurston Moore in concerto a Milano, 9 dicembre Eventi a Milano
a Milano il 9 dicembre alle 21 al Teatro Dal Verme. E troverete anche i nostri libri.



Qui i Sonic Youth presentati da Simon Reynolds in Post-punk:

Agli esordi, i Sonic Youth mostravano segni di anglofilia e risentivano dell’influenza dei PiL (Richard Edson, il primo batterista, suonava anche con i Konk, aspiranti «Pigbag» della 99 Records). Con “Confusion Is Sex” del 1983, tuttavia, la formazione sposò la causa del rumore fragoroso contro la sterilità del funk meccanico. Il chitarrista Thurston Moore aveva già lanciato il suo grido di battaglia nel giugno 1981, organizzando un Noise Fest alle White Columns, una galleria d’arte a SoHo. Suddiviso in nove serate, il programma comprendeva i Sonic Youth nella loro prima versione, gli Avoidance Behavior di Lee Ranaldo (futuro chitarrista dei SY), Glenn Branca e gli Ut, longevo gruppo No Wave. «Fu un evento spartiacque, perché ebbe luogo in un momento in cui la No Wave era finita e non ci conoscevamo l’un l’altro» ricordava Moore nel 1985, intervistato da Forced Exposure. Non tutti, però, reagirono con tanto entusiasmo. Secondo Luc Sante, «buona parte del Noise Fest era arida, ideologica e priva di fascino. Si identificava pesantemente con un certo filone legato a Rhys Chatham e Glenn Branca, il giro del Kitchen: molto pretenzioso, accademico e per niente funky». Ciò nonostante, il ritorno della No Wave con Sonic Youth e Swans rappresentava il futuro immediato di New York. A metà degli anni ottanta, i gruppi più raffinati della città abbandonarono le influenze black e la prospettiva disco per attingere a un canone quasi esclusivamente bianco di rumoristi d’avanguardia.
 

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1 commento:

  1. In realtà, Retromania fa un'analisi molto approfondita della produzione dei Sonic Youth. Sarebbero, a suo parere, gli esponenti di spicco - si badi, non gli antesignani - della tendenza sempre più in voga delle band a fare da "portale" nei confronti dei propri fan, inserendo nei propri album tutti i riferimenti culturali possibili e immaginabili. A questo scopo, Simon Reynolds sciorina una serie di album costituiti esclusivamente da cover/tributi/qualsiasialtracosa, nei quali il quartetto newyorkese gioca con la storia musicale degli ultimi secoli. La conseguenza è un abbassamento del livello qualitativo, in quanto l'obiettivo artistico si trasforma in obiettivo commerciale (l'esaltazione del pop). Tuttavia - ed è questo il punto più critico dell'intera analisi - in quanto emblemi della ribellione al mainstream, i Sonic Youth avrebbero, così facendo, tradito la propria natura. Chissà cosa ne pensano i fan?

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