01/08/11

Cos'è Retromania



Un tempo il pop ribolliva di energia vitale: la psichedelia degli anni sessanta, il post-punk dei settanta, l’hip hop degli ottanta, il rave dei novanta. I duemila sembrano invece irrimediabilmente malati di passato: i Police e i Sex Pistols tornano sul palco, i Sonic Youth e gli Einstürzende Neubauten rimettono in scena le loro storiche performance live, i negozi di dischi sono invasi da cofanetti celebrativi di vecchie glorie del passato. Le «nuove» band che riempiono le playlist dei nostri iPod saccheggiano e riciclano la musica dei decenni precedenti: il garage punk dei White Stripes, il vintage soul di Amy Winehouse, il synthpop anni ottanta di La Roux e Lady Gaga. Non solo la musica, ma ogni aspetto della nostra società sembra soffrire della stessa patologia. Basta pensare ai remake di film di culto, alla moda del vintage, al revival della cultura hipster e mod.
Perché non sappiamo più essere originali? Cosa succederà quando esauriremo il passato a cui attingere? Riusciremo a emanciparci dalla nostalgia e a produrre qualcosa di nuovo?
Dopo il monumentale Post-punk, Simon Reynolds torna a stupirci con un’analisi meticolosa e provocatoria della cultura pop degli Anni Zero.

Simon Reynolds è il più autorevole critico musicale contemporaneo. Collabora, tra gli altri, con New York Times, The Guardian, Rolling Stone, The Wire. Isbn ha pubblicato Post-punk. 1978- 1984, Hip-hop-rock e Totally Wired.

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